La parte introduttiva di S’enqando è un testo nonsense derivato dai fonemi della lingua genovese. È stato scritto in occasione della rassegna Il suono delle lingue edito da Taukay nell’estate del 2019 e utilizzato per la stesura dell’omonimo brano elettroacustico per voce recitante, suoni di squadra di trallalero genovese, flauto di bamboo e nastro magnetico.
Per la scrittura sono stati analizzati i fonemi della lingua genovese presenti in testi come i seguenti:
Testo 1:
E-o dïva delongo mae frae ascì: “…o faxeiva o poeta, o no l’à mai camallòu manco na venca de fen e o scriveiva delongo un muggio de belinate, che o e capiva solo lë”…
E lo diceva sempre anche mio fratello: “…faceva il poeta, non ha mai portato sulle spalle neppure uno stelo di fieno e scriveva continuamente delle scioccheze, che le capiva solo lui.
Testo2:
No se sa comm’o va o mondo, eh non se sa comm’o va o mondo. A pëzo côsa a l’é che a-a giornâ d’ancheu se crede a-a Befana. E gente no o san ma gh’é delongo quarchedun che co-e pòule o ne piglia tutti pe-o cu.
Non si sa come va il mondo, eh non si sacome va il mondo. La cosa peggiore è che al giorno d’oggi si crede alla Befana. La gente non lo sa ma c’è sempre qualcuno che con le parole ci prende per i fondelli.
Testo 3:
T’eu dî? No ghe sajà manco stæta a bréiga de mettê sciu tutto sto casin, ma za…tanti oua àn bevuo l’ægôa da meua…
Vuoi dire? Non varrà neppure la pena di mettere su tutto questa cagnara, ma già…tanti adesso hanno bevuto l’acqua della mola…
Testo 4:
E meninbelinn-o, a corpa a l’é delongo de quello ch’o seunn-a o flaoto. Ghe l’aivan dito de ciantâla lì, ma lë ninte! Comme parlâ a-o vento. Ciu fïto che dâte a menti…
Sicuro, la colpa è sempre di quello che suona il flauto. Gliel’avevano detto di smetterla ma lui…niente! Come parlare al vento. Piuttosto che darti retta…
I suoni di S’enqando
Il brano é costruito su diversi livelli di ascolto: in primo piano, quasi sempre, si trova la voce recitante e, leggermente piú indietro, le parti del flauto, ottenute per sintesi granulare da note più lunghe. È opportuno precisare che si tratta di un flauto diritto autocostruito, realizzato con una canna di bamboo. Lo strumento non permette grande agilità ma si presta bene per le note tenute e il progressivo passaggio da una nota fondamentale alla sua ottava superiore, ottenendo un effetto simile a un morphing naturale.
I suoni di fondo sono ottenuti a partire da quelli prodotti dai canterini di una squadra di trallalero genovese. Hanno collaborato alla realizzazione di questo brano i componenti della squadra di canto popolare “I Giovani Canterini di Sant’Olcese”, gruppo vocale del quale faccio parte da quasi venticinque anni, ricoprendo il ruoli di contralto e direttore artistico.
Anche per i suoni di fondo si sono utilizzati prevalentemente sintesi granulare e morphing, elaborando il materiale sonoro attraverso il software csound.
This work is licensed under a Creative Commons Attribution-NonCommercial-NoDerivatives 4.0 International License.